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Emergenza Covid: articolo de “La Repubblica” Palermo del 14 novembre 2020

Emergenza Covid: articolo de “La Repubblica”  Palermo del 14 novembre 2020

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In campo le cliniche private sul piatto 200 milioni di euro

La Regione si rivolge alle strutture convenzionate per far fronte alla chiusura dei reparti non- Covid Approvata la delibera per il pagamento del cento per cento dei rimborsi previsti per quest’anno

di Claudio Reale La chiamata alle armi, adesso, passa dal coinvolgimento delle cliniche. Perché mentre la Regione fa spazio ai pazienti Covid negli ospedali chiudendo i reparti, con un piano che secondo l’assessore alla Salute Ruggero Razza porterà i posti letto di degenza ordinaria a quota tremila entro fine mese, dall’altro Palazzo d’Orléans chiede ai privati di fare la loro parte. Mettendo però sul piatto tutti e 200 i milioni del budget 2020 delle cliniche: la giunta ha infatti approvato una delibera che prevede il pagamento del 100 per cento dei rimborsi previsti per quest’anno, anche se durante il lockdown di primavera molti posti letto sono rimasti giocoforza vuoti, chiedendo in cambio di garantire quelle prestazioni entro la fine dell’anno prossimo. « Per accelerare questo processo – specificano dalla Regione – le cliniche sono state chiamate in causa già adesso: quando si chiudono i reparti degli ospedali, come accade ad esempio alla Gastroenterologia del Cervello di Palermo o all’Ortopedia del San Marco di Catania, i pazienti vengono dirottati verso i privati».

Intanto, però, arrivano i soldi. « La mossa – osservano dalla Regione – si limita ad anticipare quello che farà Roma col decreto Ristori. Non si possono lasciar fallire le cliniche, che fanno parte della rete ospedaliera. A differenza di quanto fa il governo Conte, però, noi almeno chiediamo loro di riallinearsi entro l’anno prossimo » . Alle cliniche verrà riconosciuto il 100 per cento o – nel caso di quelle che si occupano di riabilitazione – l’equivalente di un 90 per cento di posti occupati. La logica è appunto la compensazione dello stop imposto in primavera: «La Regione – si legge nella delibera votata su proposta dell’assessore alla Salute Ruggero Razza e del dirigente dell’Osservatorio epidemiologico Mario La Rocca – è intervenuta, in ragione dell’evoluzione a livello nazionale dell’emergenza, con specifiche disposizioni, adottando misure di contenimento più restrittive, incidendo, in particolare, sulle prestazioni sanitarie erogate dai privati contrattualizzati».

In compenso l’operazione “trasferimento nelle cliniche” è già cominciata: non c’è un automatismo, ma l’accordo firmato fra la Regione e l’associazione di categoria Aiop indica ad esempio la clinica Candela per sopperire al pubblico dirottando dagli ospedali di Palermo in affanno pazienti di Ostetricia o Cardiologia, la Macchiarella del capoluogo per Ortopedia o Oncologia, la Morgagni per la Medicina generale a Catania, Villa Salus per le Malattie respiratorie ( ovviamente non Covid) a Messina e così via. «In questo modo – spiegano dalla Regione – effettuiamo subito la compensazione, facendo diventare un problema la soluzione di un altro».

Anche perché per evitare di scivolare verso il baratro bisogna inventarsi qualcosa. Sul cruscotto Agenas, il bollettino che giorno dopo giorno verifica la saturazione dei posti di degenza ordinaria e terapia intensiva, la soglia critica ( rispettivamente 40 e 30 per cento) si è allontanata: sulle Rianimazioni è l’effetto di un accorgimento adottato da un paio di giorni dalla Regione, che indica nei dati inviati all’Agenzia 200 posti “attivabili” in più oltre a quelli che effettivamente ci sono. « Quelli – dicono all’assessorato regionale alla Sanità – sono i letti che si potrebbero attivare soltanto usando i ventilatori forniti dalla Protezione civile, riconvertendo dunque in tempo reale altre strutture » . Altre strutture è l’espressione che cela il piano per lo scenario peggiore: sono posti che possono essere attivati utilizzando anche i doppioni delle sale operatorie, attaccando dunque i ventilatori ai posti letto che già ci sono. « Alcuni ospedali – chiariscono dalla Regione – hanno sale operatorie una accanto all’altra. Sono duplicazioni che in questo momento non possiamo permetterci. Ovviamente, però, quello è uno scenario estremo, che si verificherebbe soltanto se fossimo in estrema difficoltà » . Uno scenario che al momento la Regione considera abbastanza lontano, visto che ancora ieri il saldo dei pazienti intubati è stato di 5 in più. Ma se quel momento dovesse presentarsi inizia a delinearsi una strategia per affrontarlo. Nel tentativo di allargare al massimo la capacità di risposta del sistema sanitario.